La storia della macchina per scrivere, rispolverata e valorizzata dalla competenza e passione di Domenico Scarzello, corre lungo il libro “Un Tasto Italiano”, curato dallo stesso collezionista braidese, insieme a Cesare Verona. Il volume sarà presentato giovedì 16 novembre, alle ore 18.30, nell’ambito della “Settimana della cultura d’impresa”, presso l’Officina della Scrittura di Torino (Strada Abbadia di Stura, 200), il primo museo al mondo dedicato al Segno, attraverso un grande progetto che testimonia la nascita e l’evoluzione di un’invenzione straordinaria, quella della comunicazione scritta (Info@officinadellascrittura.it).Un affascinante excursus storico e tecnico, tanto teorico (grazie al libro,) quanto pratico, attraverso la visita tematica al Museo che sarà guidata da Domenico Scarzello, presidente Compu (Associazione Italiana collezionisti macchine per ufficio) e grande appassionato del tema. Tanto che a Bra, presso i locali dell’impresa Bra Servizi (corso Monviso, 25) ha fondato un’esposizione permanente di esemplari di macchine per scrivere, provenienti da tutto il mondo, a formare un campionario davvero unico nel suo genere. Da vedere per credere.
C’è molta Bra nella targa che ricorda l’invenzione della macchina per scrivere da parte del Conte Agostino Fantoni nella primavera del 1802.
È stata inaugurata a Fivizzano, in provincia di Massa e Carrara, lo scorso 27 maggio da Domenico Scarzello, presidente Compu (Associazione Italiana collezionisti macchine per ufficio), insieme al segretario Cristiano Riciputi ed a Rino Barbieri per l’associazione culturale “Terre dei Bianchi e dei Bosi”, alla presenza dell’amministrazione locale guidata dal sindaco Gianluigi Giannetti e dal suo vice Giovanni Junior Poleschi. Si trova sul frontale d’angolo tra la Biblioteca Civica e il Museo di San Giovanni allo scopo di raccontare un pezzo di storia di un gioiello frutto dell’ingegno umano poi sostituito dalla nuova era dei computer. Tuttavia il suo ricordo riserva ancora ammirazione e meraviglia, come si può leggere sulla targa: «A Fivizzano, nel Palazzo della patrizia famiglia Fantoni, nell’anno 1802, il Conte Agostino Fantoni inventa per la sorella Maria Anna Carolina diventata cieca una “preziosa stamperia”, la prima a stampare come una moderna “macchina per scrivere”. Si tratta di “ingegnosissima invenzione con cui si è reso caro e memorabile all’Umanità” (dalla lettera di Baldassare Vetri del 29 maggio 1802).
L’antico attrezzo è andato perduto, ma le lettere scritte dalla Contessa sono custodite all’Archivio di Stato di Reggio Emilia, testimonianza unica al mondo. Affinché questa geniale invenzione italiana resti nella memoria e sia resa giustizia al Conte Fantoni, il sodalizio Compu (Associazione Italiana collezionisti macchine per ufficio) e l’associazione Bianchi e Bosi posero questa targa». Una grande emozione per gli intervenuti che è continuata all’interno del Museo di San Giovanni con la conferenza tenuta dai referenti di Compu, Domenico Scarzello e Cristiano Riciputi, autentici mecenati per aver finanziato quasi completamente i costi della targa marmorea, nonché autori del libro “Macchine da scrivere”. Il pubblico ha così potuto entrare in contatto con uno strumento dall’inestimabile valore umano e tecnologico e vedere da vicino la Olivetti M1, una delle prime macchine da ufficio perfettamente restaurata, in dote al relatore che ha mostrato la sua grande passione sul tema. Per tutti è stato un vero e proprio viaggio nel tempo, per alcuni un viaggio nei ricordi, per altri un’immersione in un mondo che fu, in un’epoca passata per la verità neanche troppo lontana.
Articolo da “La Nazione ” del 3 giugno 2023