Caratteristiche:Macchina per scrivere manuale standard.
Tastiera: 42 tasti, corrispondenti a 84 segni.
Nastro: in tessuto altezza 13 mm; cambio colore
nastro con levetta posta in alto a destra della
tastiera.
Tabulatore: decimale con otto tasti (nella versione
con tabulatore).
Carrelli: tre carrelli disponibili con 80, 110 e 150
spazi.
Interlinee: leva interlinea con quattro posizioni.
Matricola: lato destro sotto il carrello, i primi due
numeri corrispondono all’anno di produzione.
Produzione: dal 1911.
Progetto meccanico: Camillo Olivetti.
Carrozzeria: telaio portante e lamierini di copertura.
Colori: nero lucido.
Note: nel 1908 l’ingegnere Camillo Olivetti ed una ventina di suoi collaboratori iniziarono la progettazione della prima macchina per scrivere standard italiana. La Olivetti M1 venne presentata per la prima volta nel 1911 all’Esposizione Universale di Torino: nel catalogo della mostra figura come “…La prima e unica fabbrica italiana di macchine per scrivere…”.
La realizzazione di questo modello fu possibile grazie all’introduzione di nuovi macchinari automatici, come torni e frese, acquistati da Camillo Olivetti in America.
All’inizio la produzione era di circa dieci macchine al giorno e trovava difficoltà di vendita a causa del pregiudizio, diffuso, in quel periodo, circa l’inferiorità del prodotto italiano rispetto ai modelli americani e tedeschi. Nel 1915 la produzione fu quasi interrotta a causa dell’inizio della Prima Guerra Mondiale: si passò dalle macchine per scrivere al materiale bellico (spolette per artiglieria, magneti per aviazione, valvole per dirigibili, parti per mitragliatrici e fucili).
Nel 1920 la produzione della M1 si concluse per passare alla M 20: complessivamente furono prodotte circa 5500 macchine.
La M1 con tabulatore in collezione è completa di base, custodia in metallo, fondo in metallo, due manopole per le bobine del nastro, libretto istruzioni originale e del suo tavolino.
Il 7 aprile 2019 in occasione dell’M1 Day organizzata dall’Associazione Italiana Collezionisti, durante la quale è stata stilata una classifica con i voti dei partecipanti, al fine di individuare la M1 più bella, il modello è stato eletto come il migliore non restaurato. Nella stessa occasione anche la seconda M1 del Museo è stata eletta come la migliore macchina restaurata.