Nova Levi

Anno di produzione: 1934

Nazione provenienza: Italia

Inventore:

Produttore: Società Industriale Meccanica

Una delle maggiori fabbriche italiane produttrici di macchine per scrivere, che si affacciarono sul mercato nazionale negli anni trenta, fu sicuramente la Società industriale Meccanica abbreviata in S.I.M.

L’azienda continuò la produzione della fabbrica tedesca Oliver Typewriter Manufacturing Company, dalla quale aveva in precedenza acquisito i brevetti. La Oliver Typewriter aprì nel 1930 una filiale italiana a Milano, in Via Friuli 9, iniziando la distribuzione di un modello di macchina per scrivere portatile marchiato semplicemente “Oliver”. Nel 1931 la Oliver abbandonò però la costruzione dei modelli portatili derivati dai brevetti di Thomas Oliver e iniziò la fabbricazione di un modello standard per il mercato tedesco, chiamato “Fortuna”, su licenza della “Sauer & Sohn” di Suhl. Quest’ultima in passato produsse una macchina per scrivere chiamata “Stolzenberg-Fortuna” la cui vendita fu effettuata, appunto, tramite la nota fabbrica Stolzenberg.

Nello stesso anno l’azienda fu venduta alla Società Industriale Meccanica di Magliano di Torino. La fabbricazione continuò e le macchine vengono vendute essenzialmente come S.I.M.          

Per la costruzione dei primi modelli furono utilizzati brevetti stranieri e i materiali semilavorati vennero acquistati in Germania e Svizzera. Nel periodo dell’autarchia, non potendo più rifornirsi all’estero a causa delle sanzioni economiche a cui l’Italia fu sottoposta, la fabbrica iniziò nei propri locali la produzione degli organi meccanici. Sotto il regime fascista su alcuni modelli del periodo si possono trovare macchine con lo stemma autarchico “Prodotto in Italia” con il numero 437 e il caratteristico colore con cui viene indicata la posizione del nastro, che ricordala bandiera italiana.

La Società Industriale Meccanica, con sede a Torino in Corso Regio Parco 33, venne fondata da Domenico Rossi, coadiuvato dal figlio Gino. Nello stabilimento a partire dal 1934 si iniziò la produzione di piccole macchine per scrivere portatili di cui molti nomi che ricordano le tematiche del ventennio fascista.

Nel 1939, quando si fanno sentire sempre più forti i venti di guerra, la S.I.M. va a ricollocarsi a Magliano Alpi, in provincia di Cuneo, in un sito posto di fronte alla stazione ferroviaria. Qui la famiglia del titolare dispone di numerose proprietà ed è una delle più conosciute e importanti del paese.

Questi sono i nomi delle macchine per scrivere prodotte dalla S.I.M.che sono riuscito a trovare fino ad ora, ma non è detto che esistano altri varianti.

    Ardita (in collezione)

    Astoria (in collezione)

    Augusta (in collezione)

    Avgvsta

    Augusta Monaco

    Avgusta Monaco

    Augusta Logos (in collezione)

    Balilla (in collezione)

    Caesar (in collezione)

    Edelweiss (in collezione)

    Europa (in collezione)

    Fortuna

    Gualtype

    Guidonia (in collezione)

    Imperia (in collezione)

    Iris

    Junior

    Luxa

    Mas (in collezione)

    Minerva 

    Mirina

    Montana (in collezione)

    Montana Luxe (in collezione)

    Nova Levi (in collezione)

    Oliver (in collezione)

    Patria (in collezione)

    Pontiac

    Rast & Gasser

    Romana (in collezione)

    Sabaudia (in collezione)

    SIM (in collezione)

    SIM-ITALIA (in collezione)

    SIM ITALIA AUGUSTA

    SIM Mod.6 (in collezione)

    SIM 7 (in collezione)

    SIM 8

    SIM 9

    SIM 2000 (in collezione)

    S.I.M. modello SIM 40

    SIMTYPE (in collezione)

    SIMTYPE BABY

    Synela

    Torpedox

    Victory 2000 (in collezione)

    Vulcan

    Woodstock

    Woodstock-Francia.

Sempre su base SIM venne commercializzata una macchina per scrivere chiamata Littoria (in collezione) da parte di Cesare Verona di Torino, famoso importatore delle macchine per scrivere Remington in Italia.                      

Per conoscere la storia della fabbrica S.I.M. con aneddoti inediti potete leggere il libro “Macchine per scrivere: uomini, storie e invenzioni dalle origini ai giorni nostri” scritto da Domenico Scarzello e Cristiano Riciputi.