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Noleggi per film, serie televisive e teatro
Il Museo della Scrittura Meccanica offre il servizio di fornitura macchine per scrivere, arredi ed accessori per ufficio per la realizzazione di riprese cinematografiche, film per la televisione, progetti teatrali e pubblicitari, con la possibilità di supporto tecnico sul set.
Ecco alcuni esempi:
La Concessione del telefono, il film diretto da Roan Johnson, fa parte della serie C’era una volta Vigata ed è tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri, ambientato in Sicilia alla fine dell’Ottocento, nel 1891, per l’esattezza.
Il film racconta la storia Pippo Genuardi (Alessio Vassallo), un piccolo commerciante di Vigata che traffica legnami, noto per mettersi sempre in mezzo ai guai.
Nonostante da giovane fosse squattrinato e un po’ farfallone, Pippo riesce ugualmente a conquistare Taninè Schilirò (Federica De Cola), la figlia dell’uomo più benestante del suo paese e a impegnarsi. Ma il matrimonio con la ragazza non sana la sua voglia di voler sempre di più e l’uomo finisce per richiedere al prefetto Marascianno (Corrado Guzzanti) una linea telefonica che colleghi la casa del suocero con il suo magazzino.
Per la richiesta Pippo invia tre lettere al politico, che causeranno una serie di fraintendimenti: Marascianno, leggendo le epistole ricche di inesattezze, convince lo Stato che il commerciante sia in verità un pericoloso agitatore delle masse; Don Lollò (Fabrizio Bentivoglio), mafioso vigatese, invece, inizia a credere che Genuardi sia una spia delle forze dell’ordine, incaricato di incastrarlo. Questa catena di eventi, che inizia a prendere forma fino a intricarsi sempre più, si svolgerà sotto lo sguardo incredulo del questore Monterchi, giunto dal Nord Italia per controllare Pippo.
Macchine per scrivere fornite: una Remington 2, due Smith Premier 1, una Remington 10 e due Remington 5
“Tornando a casa” è la storia della morte di un marinaio italiano durante la Seconda Guerra Mondiale e del tentativo di ”riportarlo a casa”, in Piemonte. Carlo Acefalo fu membro del sommergibile Macallè, varato nel 1937 e dislocato nel Mar Rosso, tra i primi ad entrare in azione e ad affondare dopo solo cinque giorni di navigazione. Carlo era cresciuto con sua madre, Cichina, nella città di Castiglione Falletto, figlio di un trovatello, si arruolò nella Marina e venne mandato in Eritrea. A causa di una intossicazione causata dal gas refrigerante dei condizionatori, dopo solo cinque giorni di navigazione, il sommergibile si incagliò su un banco di sabbia in Sudan. L’equipaggio sopravvisse sull’isolotto di Barra Musa Khebir, per una settimana, mentre tre di loro eroicamente organizzarono una spedizione per chiedere aiuto. I marinai riuscirono a mettersi in salvo pochi minuti prima dell’arrivo degli Inglesi, all’epoca nemici. Tutti tranne Carlo che morì all’età di 24 anni e venne seppellito nell’isola. Intanto a Castiglione Falletto sua madre Cichina aspettava invano, prima un suo ritorno, e poi la restituzione della salma. Il documentario racconterà questo fatto storico, realmente accaduto ma mai raccontato e il “viaggio di ritorno” a casa di Carlo, nelle Langhe.
Macchina per scrivere fornita: Olivetti M40
Adriano ha solo undici anni quando entra per la prima volta nell’azienda di famiglia. Alla morte del padre, dopo la Seconda Guerra Mondiale diventa il leader della Olivetti. La sua guida innovativa e ispirata destabilizza operai e sindacalisti, soci e imprenditori avversari. L’andamento degli affari è più che positivo.
La Lettera 22 diventa un simbolo dell’Italia nel mondo ed è esposta al MoMA di New York. I contrasti in famiglia crescono fino a che viene costretto a lasciare la guida dell’azienda al fratello minore. Fuori dalla fabbrica Adriano si dedica alla costituzione delle comunità, piccoli centri rurali di solidarietà e produzione etica.
La scomparsa prematura del fratello lo costringe a riprendere le redini dell’azienda. Con Grazia al suo fianco, la giovanissima moglie, Adriano affronta il tradimento di Mauro, l’amico di sempre. Contro ogni parere, Adriano apre una fabbrica a Pozzuoli, nel sud depresso e bisognoso di lavoro. Ma l’odio dei nemici cresce, e l’Olivetti conosce momenti di difficoltà.
Mentre l’innovativo progetto del primo calcolatore è già molto avanti, Adriano tratta l’acquisto dell’Underwood, società americana leader nel mercato delle macchine da scrivere. L’affare è già siglato quando si scopre trattarsi di una trappola. Ma improvvisamente Adriano muore, non riuscendo ad assistere alle fasi di ripresa della sua azienda e alla crescita della piccola amatissima Laura, la figlia nata dopo il matrimonio con Grazia.
Macchine fornite: Olivetti Lettera 22
Una altra produzione televisiva dove vengono utilizzate le macchine per scrivere del Museo della Scrittura di Bra.
La legge di Lidia Poët: è questo il titolo della serie tv al debutto il 15 febbraio che propone – in versione light crime – la storia di Lidia Poët, figura realmente esistita. Lidia Poët non fu solo la prima avvocatessa d’Italia. Fu una pioniera per l’emancipazione femminile e fu tra gli ideatori del moderno diritto penitenziario.Fu una donna che lottò per raggiungere i propri obiettivi e che spese la sua vita per gli altri; una pioniera delle battaglie per l’emancipazione femminile.
Torino, fine 1800. Una sentenza della Corte d’Appello di Torino dichiara illegittima l’iscrizione di Lidia Poët all’albo degli avvocati, impedendole così di esercitare la professione solo perché donna. Senza un quattrino ma piena di orgoglio, Lidia trova un lavoro presso lo studio legale del fratello Enrico, mentre prepara il ricorso per ribaltare le conclusioni della Corte. Attraverso uno sguardo che va oltre il suo tempo, Lidia assiste gli indagati ricercando la verità dietro le apparenze e i pregiudizi. Jacopo, un misterioso giornalista e cognato di Lidia, le passa informazioni e la guida nei mondi nascosti di una Torino magniloquente. La serie rilegge in chiave light procedural la storia vera di Lidia Poët, la prima avvocata d’Italia.
Materiale fornito: arredi e scrivanie dell’800, n. 3 macchine per scrivere Remington 2, n.1 macchina per scrivere Hammond 1, n.1 macchina per scrivere Caligraph 1, perforatori di assegni e oggettistica varia.
Trailer ufficiale
La serie ripercorrerà la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in parlamento dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1925. Offrirà inoltre uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca. Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri.
Scritta da Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New Pope, ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), la serie racconterà gli accadimenti con accuratezza storica, con ogni evento, personaggio, dialogo e discorso storicamente documentato o testimoniato da più fonti.
Sceneggiata da Franco Bernini, Bernardo Pellegrini, con la consulenza alla sceneggiatura dello stesso regista e la consulenza storica di Pasquale Chessa, La lunga notte narra le tre settimane precedenti la notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 in cui si svolse l’ultima riunione del Gran Consiglio, organo supremo presieduto da Benito Mussolini, che sancì la fine del regime fascista. Saranno quindici le settimane di ripresa dedicate alla narrazione dei fatti che condussero a quel momento fatale, raccontando la Storia con la S maiuscola insieme alle storie di uomini e donne che agirono da protagonisti e misero in gioco il loro destino personale oltre a quello del Paese.
Le location della capitale si avvicenderanno con luoghi altrettanto evocativi nell’hinterland romano e si fonderanno con costumi e auto d’epoca per richiamare con potenza narrativa i tormenti di Dino Grandi, presidente della Camera dei fasci, che decise di opporsi alle scelte di Mussolini in maniera legittima, convocando il Gran Consiglio, per rimettere il Paese nelle mani dei Savoia. Accanto alle sue vicende, quelle della famiglia Reale, di Edda e Galeazzo Ciano, di Claretta Petacci e tanti altri combattuti tra la paura e l’ambizione al potere. (ANSA).
La storia, ambientata nella Calabria rurale della fine degli anni ’40, racconta l’amicizia tra una ragazza madre e l’organizzatore di matrimoni locale, l’unico gay del paese, che la porta a sfidare i pregiudizi della comunità e a lottare per trovare il proprio posto nel mondo.
Torna dopo una lunga attesa l’avvocata Lidia Poët interpretata dall’attrice Matilda De Angelis, calco televisivo di un personaggio storico molto amato e realmente vissuto alla fine dell’Ottocento a Torino. Proprio la città sabauda, le sue piazze e i suoi splendidi palazzi d’epoca faranno ancora una volta da sfondo alle avventure della protagonista, prima donna ad esercitare l’avvocatura in Italia.
I 6 nuovi episodi della serie – vincitrice con la prima stagione ai Nastri d’Argento Grandi Serie 2023 del premio Miglior Serie ‘Crime’
Anche in questa stagione sono state utilizzate le macchine per scrivere del Museo della scrittura Meccanica di Bra. Una bellissima Crandall, una Calligraph N.1 e 6 Remington N.2, oltre a tavolini e scrivanie sono state utilizzate sul set.
Finalmente “Mike”. Al via a Torino le riprese della miniserie in quattro puntate diretta da Giuseppe Bonito, che Raiuno manderà prossimamente in onda per celebrare i cento anni dalla nascita (avvenuta a New York il 24 maggio 1924) del noto conduttore televisivo: Mike Bongiorno. Dopo i preparativi e i casting, i ciak sono iniziati il 5 maggio nel centro di produzione Rai di via Verdi dove saranno ricostruiti gli studi televisivi milanesi in cui iniziò la sua lunga carriera. Tra le altre location, l’Auditorium Arturo Toscanini di via Rossini e gli studi di posa Lumiq di corso Lombardia.
Sei sono state le macchine per scrivere utilizzate sul set tra le quali Olivetti M20, Royal N.10, Underwood N.5, L.C. Smith N.10, Underwood 318.