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Ala Azzurra
Anno di produzione: 1935
Nazione provenienza: Italia
Produttore: SERIO Spa Macchine per scrivere e da calcolo
Per iniziativa di sette operai meneghini, che lavoravano alle dipendenze della ditta Said (Società Anonima Industrie Dattilografiche) in via Friuli a Milano, nacque la società Everest, fra il 1929 e il 1930. Il primo capannone sorse in via Molini, nella periferia est di Crema, sulle rovine di un vecchio fabbricato ormai in disuso che produceva chiodi per ferri di cavallo. Venne acquistato per 82.000 lire. I sette milanesi costruirono un modello nuovo di macchina per scrivere portatile: a quattro file di tasti, invece che a tre. Nacque così la “Everest mod. 42”, alla quale seguì il modello “44”, a conversione automatica del nastro; poi il “K2”, il “K3”, lo “Zeta”, con calcolatore rotante. Un successo, tanto che già nel 1933 si rese necessario poter contare su un solido staff dirigenziale e soprattutto su capitali freschi per finanziare la nuova società, che assunse il nome del fiume che attraversa Crema: il “Serio”. Fra il 1942 e il 1946, milleseicento operai producevano cinquecento “macchinette” al giorno. Nel 1950 escono dalla fabbrica di Crema le prime addizionatrici scriventi elettriche a tre operazioni. Ma la crisi è alle porte e, a partire dal 1960, lo stabilimento “Everest” passa il testimone al prestigioso gruppo Olivetti. Il Comune approva i progetti dell’azienda di Ivrea, che vuole realizzare in via Bramante un grande insediamento industriale capace di dare occupazione a quattromila, forse cinquemila persone. Per gli operai vengono costruite vicino alla fabbrica nuove abitazioni e l’Olivetti mette a disposizione anche un circolo ricreativo per far meglio socializzare il personale. Sono tantissimi i cremaschi che abbandonano le vecchie cascine, le botteghe e le piccole aziende della zona attirati dal mito della grande industria. Nel 1971 nei capannoni di via Bramante si contano 3.150 addetti. Sarà la punta massima toccata dall’Olivetti di Crema. Poi, con le nuove tecniche di produzione e la successiva crisi di mercato del settore il numero di lavoratori cala vistosamente: blocco delle assunzioni, incentivazioni al prepensionamento, dimissioni volontarie. Fino alla decisione irremovibile del gruppo di Ivrea di chiudere lo stabilimento di Crema, dove all’inizio dell’anno lavoravano ancora oltre settecento operai.
La Ala Azzurra è essenzialmente una Everest Mod.44 che uscì a partire dal 1935.
Il modello in collezione è completo di custodia, e all’interno era costudito un foglio dattiloscritto dell’Arsenale di Taranto datato 18 marzo 1942.
La macchina riporta lo stemma tipico del periodo dell’autarchia.
E’ l’unica macchina con questo nome che al momento si conosca.