Olivetti Studio 42

Caratteristiche: Macchina per scrivere manuale semi standard.
Tastiera: 43 tasti, corrispondenti a 86 segni.
Nastro: in tessuto altezza 13 mm; cambio colore nastro con levetta posta a destra della tastiera.
Incolonnatore: presente.
Interlinee: tre posizioni più lo zero.
Matricola: sul fondo della macchina.
Produzione: dal 1935.
Progetto meccanico: Ottavio Luzzati.
Carrozzeria: metallica.
Colori: nero lucido, nero goffrato, rosso, celeste, blu, verde, grigio, beige, avorio e mogano.
Design: Xanti Schawinsky, Luigi Figini, Gino Pollini. 

La Magia della Olivetti Studio 42: Un’Icona del Design e della Funzionalità

Nel panorama delle macchine per scrivere, poche possono vantare una storia così affascinante e un design così distintivo come la Olivetti Studio 42. Progettata nel 1935 da Ottavio Luzzati, in collaborazione con gli architetti Figini e Pollini, la Studio 42 rappresentava non solo un passo avanti nella tecnologia di scrittura, ma anche un’opera d’arte in grado di incantare chiunque avesse avuto il privilegio di utilizzarla. L’impegno della Olivetti nella creazione di questa macchina da scrivere si manifestò attraverso tre anni di progettazione meticolosa, che culminarono in un prodotto che avrebbe segnato un’epoca.

La Studio 42 non è solo una macchina per scrivere; è una dichiarazione di stile. Disponibile in ben otto colorazioni nel 1939, e successivamente ampliata negli anni successivi con l’aggiunta del beige e del viola, questa macchina cambiava il modo in cui le persone percepivano il mondo della scrittura. I suoi colori vivaci e le finiture lucide o goffrate non erano semplicemente scelte estetiche, ma un invito a esprimere la propria personalità attraverso la scrittura. Ogni utente poteva scegliere tra una varietà di tonalità, rendendo la Studio 42 non solo uno strumento, ma un compagno di creatività.  

All’aspetto esteriore accattivante si unisce una tastiera progettata per l’efficienza. Caratterizzata dal layout QZERTY, conforme alle tradizioni italiane, la tastiera della Studio 42 include tasti per ogni esigenza: dalla barra spaziatrice al tasto di ritorno. La Olivetti dava inoltre la possibilità di avere fino a 16 tastiere con diversi layout e caratteri. Tuttavia, questo modello presenta una peculiarità degna di nota: la mancanza del tasto “1” e dello zero, sostituiti rispettivamente dalla lettera “l” minuscola e dalla “O” maiuscola. Sebbene questa scelta possa risultare curiosa oggi, era piuttosto comune nelle macchine da scrivere dell’epoca, riflettendo le esigenze e le abitudini di scrittura di quel tempo.

La Studio 42 si colloca come un modello intermedio tra le classiche macchine professionali e quelle portatili, rendendola perfetta per uffici in crescita e liberi professionisti. Realizzata per rispondere a necessità di lavoro non intensivo, offriva prestazioni sufficienti per soddisfare le esigenze quotidiane senza compromettere la mobilità. Infatti, la macchina veniva fornita in una elegante valigetta di legno, completa di manico, per facilitare il trasporto. Una vera e propria fusione di eleganza e funzionalità!

Dall’introduzione sul mercato fino al suo ultimo modello, prodotto fino al 1952, la Studio 42 ha subito piccole variazioni estetiche. Nella sua prima serie, per esempio, i fianchetti cromati sul retro del carrello conferivano un tocco distintivo e raffinato, mentre nelle versioni successive questi furono rimossi, semplificando il design e conferendole un aspetto più moderno. Con la versione Simplex, la Olivetti dovette ulteriormente semplificare il modello, eliminando l’incolonnatore e rendendo il cambio del nastro ancora più agevole.

Tra le curiosità legate alla Studio 42 vi è anche la sua produzione in Spagna sotto l’etichetta Studio 46 da parte della Hispano Olivetti s.a., una variante che ha alimentato la confusione con l’omonima versione prodotta nel 1974. La Studio 42 era dunque non solo un simbolo di innovazione tecnologica, ma anche un autentico fenomeno culturale che ha attraversato confini e generazioni.

 Il Legame Indissolubile tra Personaggi Famosi e l’Olivetti Studio 42

Nel cuore pulsante della storia del ‘900, due figure di spicco emergono non solo per il loro indiscusso talento, ma anche per un oggetto che ha segnato in modo indelebile la loro vita e la loro opera: la macchina per scrivere Olivetti Studio 42. Questo strumento, simbolo di creatività e innovazione, è stato testimone di momenti cruciali e di riflessioni profonde, adoperato con passione da personaggi iconici come Papa Pio XII e Umberto Saba.

Il 2 marzo 1939, durante una votazione che avrebbe cambiato il corso della Chiesa cattolica, il cardinale Eugenio Pacelli fu eletto Papa. Con grande sorpresa, la scelta ricadde su di lui proprio nel giorno del suo 63º compleanno, dopo soli tre scrutini e un’intensa giornata di votazioni. Scelse il nome di Pio XII e, durante il suo pontificato, si trovò ad affrontare uno dei periodi più bui della storia dell’umanità: la Seconda guerra mondiale e l’olocausto. Papa Pio XII non rimase in silenzio; anzi, nel 1954, fu il primo pontefice a utilizzare la radio come strumento di comunicazione di massa, portando la voce della Chiesa in milioni di case. Ma c’è un dettaglio che spesso sfugge: la sua fiducia e affetto nei confronti della macchina per scrivere Olivetti Studio 42, una creazione artigianale pensata appositamente per lui. Immortalato in una famosa foto mentre digita con fervore sulla sua Olivetti, Pio XII dichiarò attraverso le parole scritte un amore profondo per la comunicazione autentica, usando quel delicato strumento per redigere pensieri e documenti di importanza storica.